AMICI DI SAN JOSE'
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(dal film 'Cristiada')


Martire guerriero

Il piccolo José non è stato una vittima inerme, faceva parte come porta insegne e aiutante di campo dell’esercito dei “cristeros”, i Messicani di ogni classe e ceto sociale che nel 1926 insorsero in armi contro il governo che aveva soffocato la libertà religiosa dei cattolici, e che per tre anni tennero in scacco le superiori forze avversarie, in una guerra civile che causò circa 100 mila morti, senza contare le vittime indirette. La canonizzazione di un minorenne che morì partecipando a una lotta armata in nome della fede cristiana riapre il mai sopito dibattito su argomenti che non passeranno mai di moda: il diritto di cristiani e non cristiani alla ribellione contro un governo tirannico, la liceità o meno del ricorso alle armi, le condizioni per la “guerra giusta”, ecc. (http://www.tempi.it/jose-sanchez-del-rio-e-i-martiri-guerrieri#.WJz31_nhCyI )

Diritto di difesa armata

La persecuzione ai danni della Chiesa messicana fu feroce, l’obiettivo era quello di annientarla: scuole cattoliche e seminari chiusi, sacerdoti sottoposti all’autorità civile, preti stranieri espulsi. La popolazione non poteva sfuggire alla scelta, o rinunciare alla fede o perdere il lavoro -etc.- . Di fronte a tutto ciò si sollevò una ardita, valorosa e fiera insurrezione, così forte da ricordare la resistenza vandeana ai tempi della Rivoluzione francese. Un esercito, composto da contadini, operai, studenti… difese il proprio Credo e per farlo fu costretto ad impugnare le armi. Ecco, dunque, formarsi l’esercito dei Cristeros, sostenitori del Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. «¡Viva Cristo Rey!» il loro grido di battaglia e la Madonna di Guadalupe la loro bandiera. Il fanciullo José impugna con orgoglio quello stendardo mariano il giorno della cruenta battaglia di Cotija -in cui viene catturato-. ....Nel corso della crisi Pio XI scrive ben tre encicliche e una lettera apostolica sulla situazione che il Messico vive. In esse ha parole molto dure per il governo che opprime i cristiani, e molto solidali coi perseguitati, ma non si espone mai sulla delicata questione della resistenza armata, che pure era in corso e stava causando migliaia di vittime. ...Se sull’opportunità della rivolta cristera Pio XI può avere avuto un’opinione esitante per tutta la durata della crisi militare, approdando poi alla convinzione che fosse controproducente a partire dal 1929, sulla sua liceità non ha mai avuto dubbi, così come sulla distinzione di compiti e di vocazione fra il laicato in generale da una parte, la Chiesa gerarchica e l’Azione Cattolica dall’altra. Il materiale messo in luce dal Valvo con è illuminante. Una nota del 7 giugno 1928 del vescovo di Morelia monsignor Leopoldo Ruiz y Flores, demiurgo degli accordi che misero fine all’insurrezione nel 1929, recita: «Mi disse il Papa: “Io non ho condannato, né posso condannare secondo la dottrina di san Tommaso, la difesa armata, ma non posso né devo approvarla o incoraggiarla; e questo è il dovere dei Vescovi e dei Sacerdoti”»... (leggi tutto: http://www.corrispondenzaromana.it/la-canonizzazione-del-martire-cristero-jose-sanchez-del-rio/ )

Lotta terrena e lotta spirituale

Con il riferimento continuo a 'Cristo Rey' e con gli stendardi del Sacro Cuore, il movimento dei Cristeros si schierava con Cristo Re dell'Universo per la realizzaione del Regno, celeste e sociale ad un tempo, nella lotta contro satana principe di questo mondo e contro i suoi satelliti e scherani, peraltro prime sue vittime, anime cadute nel suo possesso.
In quegli anni in Europa raggiunse il suo apice il movimento spirituale legato al Sacro Cuore.
Nel dicembre del 1925 Pio XI, con l'enciclica 'Quas primas' introdusse la festa liturgica di Cristo Re rendendo ufficiali le iniziative di vari movimenti (Apostolato della Preghiera, Gesuiti, Oblati del S.Cuore, Figlie di Cristo Re, etc.) che rivendicavano e affermavano la Regalità sociale di Cristo per realizzare su tutta la terra l'Adventum Regnum Tuum.
La devozione al Sacro Cuore si diffuse in reazione al processo di scristianizazione portato dalla rivoluzione francese e fu collegata alla rivolta vandeana ed a quella tirolese contro Napoleone, ma era precipuamente un movimento ascetico estatico spiritualista - la veggente Margherita Maria Alacoque fu santificata nel 1920 - cui Padre Drevon ed il Barone Sarachaga, con l'appoggio iniziale di Papa Leone XIII, conferirono un respiro escatologico di lotta spirituale volta a contrastare l'azione di satana e l'avvento dell'anticristo ( vedi Enrico Montanari, La Fatica del Cuore, Jaca Book, 2003 ).

Armi spirituali.
Come a Lepanto: l'intercessione della Madonna ed il Rosario


A Lepanto, il 7 ottobre 1571, nella battaglia decisiva per la difesa dell'Europa cristiana, si combatteva pregando il Santo Rosario, ed i galeotti (che dopo la battaglia furono liberati a Loreto) remavano ritmando il tempo con le decine dei misteri. La vittoria fu attribuita all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, nel 1572, istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata da Gregorio XIII in «Madonna del Rosario» e da allora per la Madonna si utilizzò ufficialmente anche il titolo di Auxilium Christianorum ( http://www.stellamatutina.eu/madonna-rosario-battaglia-lepanto/ ) .
La Madonna è venerata come patrona e regina di tutti i popoli di lingua spagnola, e del continente americano in particolare, con il titolo di Madonna di Guadalupe a seguito delle apparizioni occorse nel 1531 a Juan Diego Cauhtlatoatzin, un azteco convertito al cristianesimo. Il nome Guadalupe sarebbe stato dettato da Maria stessa a Juan Diego. Alcuni hanno ritenuto che il termine derivi dall'espressione azteca Coatlaxopeuh, "colei che schiaccia il serpente" (cfr. Genesi 3,14-15), ispanizzato con riferimento al Real Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe fondato da re Alfonso XI di Castiglia nel comune spagnolo di Guadalupe nel 1340.
Una copia dell'immagine della Madonna di Guadalupe, miracolosamente comparsa sul mantello del veggente Juan Diego, era presente a Lepanto, sulla nave dei Genovesi al comando di Giovanni Andrea Doria ( riportato in : https://it.wikipedia.org/wiki/Nostra_Signora_di_Guadalupe ).

Come a Lepanto, i 'Cristeros' nel combattimento, spirituale oltre che fisico, imploravano la tutela della Madonna e pregavano il Santo Rosario. Joselito stesso portò il gonfalone della Madonna di Guadalupe ( http://www.campariedemaistre.com/2016/02/il-piccolo-gonfaloniere-di-cristo-re.html ) e, fin dall’inizio, ebbe l’incarico di guidare la truppa nella preghiera del Rosario, alla fine di ogni giornata.

Ordine del giorno di uno dei generali Cristeros poi ucciso in battaglia nel 1927.
"I capi divisione del Sud di Jalisco, Colima, Nayarit e ad ovest del Michocan Esercito di Liberazione Nazionale hanno adottato le seguenti misure:
1) Rendere ufficiale e pubblico omaggio al Sacro Cuore di Gesù, unico sovrano della nostra armata e umilmente consacrare a Lui tutto il lavoro della giornata e la vita stessa degli uomini della divisione.
2) Non omettere mai, con qualsiasi pretesto, la recita quotidiana del Santo Rosario alla Beata Vergine di Guadalupe, considerare questa osservanza alla stessa stregua del più elevato ordine militare.
3)Organizzare nei limiti del possibile le truppe in modo da consentirgli la presenza domenicale alla Santa Messa, il sacramento della confessione e la comunione Eucaristica.
4)Non rinunciare mai alla umile preghiera ed alla contrizione del cuore per garantire la costante presenza divina durante le battaglie"
. La consapevolezza del carattere soprannaturale della lotta non portò mai i Cristeros a trascurare le realtà temporali. "Combatti e organizza; combatti e moralizza" era uno dei motti dei Cristeros. Non appena un territorio veniva liberato, prontamente venivano nominati degli amministratori e venivano riaperte le scuole cattoliche (oltre 200) e le chiese.
(Da: http://www.reginamundi.info/Cristeros/Santi.asp )

Inno Cristero


L'inno :"Al cielo , al cielo , al cielo quiero ir " era quello che più di frequente cantava San José durante la sua prigionia. Fu composto dai Missionari Francescani delle Missioni popolari, molto attivi specialmente nella regione di Michoacan. Ogni strofa di tale Inno ricorda un Comandamento di Dio.